Introduzione
Quando nel Settembre 2020 il Ministro Speranza nominava la Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana, il quadro epidemiologico della pandemia da Covid 19 era fosco e denso di incognite. Soprattutto, dominava a livello planetario la preoccupata constatazione che gli anziani e particolarmente quelli ospiti delle strutture residenziali rappresentavano le principali vittime della malattia. Nelle nursing home, nelle case di riposo e nelle RSA si andava consumando una vera e propria strage aggravata dalle condizioni di isolamento in cui i malati vivevano e, sfortunatamente, morivano. Dunque un dramma anche delle famiglie, dei figli e dei nipoti che non avrebbero potuto vedere e riabbracciare i propri cari per la separazione imposta in questi ambienti.
Introduzione
Quando nel Settembre 2020 il Ministro Speranza nominava la Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana, il quadro epidemiologico della pandemia da Covid 19 era fosco e denso di incognite. Soprattutto, dominava a livello planetario la preoccupata constatazione che gli anziani e particolarmente quelli ospiti delle strutture residenziali rappresentavano le principali vittime della malattia. Nelle nursing home, nelle case di riposo e nelle RSA si andava consumando una vera e propria strage aggravata dalle condizioni di isolamento in cui i malati vivevano e, sfortunatamente, morivano. Dunque un dramma anche delle famiglie, dei figli e dei nipoti che non avrebbero potuto vedere e riabbracciare i propri cari per la separazione imposta in questi ambienti.
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Il contesto
La pandemia ha fatto emergere la contraddizione di una società che per un verso sa allungare la vita delle persone, ma per l’altro la riempie di solitudine e di abbandono. Il Covid-19 ha eliminato migliaia di anziani perché noi li avevamo già abbandonati. E abbiamo un gravissimo debito nei loro confronti. È indispensabile rimuovere alla radice le gravi carenze di un sistema assistenziale squilibrato, ingiusto, oneroso, causa esso stesso di tante vittime. Occorre rovesciare un paradigma. Ma questo è possibile solo se abbiamo una nuova visione della vecchiaia.
Il contesto
La pandemia ha fatto emergere la contraddizione di una società che per un verso sa allungare la vita delle persone, ma per l’altro la riempie di solitudine e di abbandono. Il Covid-19 ha eliminato migliaia di anziani perché noi li avevamo già abbandonati. E abbiamo un gravissimo debito nei loro confronti. È indispensabile rimuovere alla radice le gravi carenze di un sistema assistenziale squilibrato, ingiusto, oneroso, causa esso stesso di tante vittime. Occorre rovesciare un paradigma. Ma questo è possibile solo se abbiamo una nuova visione della vecchiaia.
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Il diritto alla tutela della dignità della persona anziana
Il primo capitolo della Carta, dedicato alla tutela della dignità delle persone anziane, fissa due importanti principi: «1.1 La persona anziana ha il diritto di determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle scelte di vita e alle decisioni principali che lo riguardano. 1.2 È dovere dei familiari e di quanti interagiscono con la persona anziana fornirgli, in ragione delle sue condizioni fisiche e cognitive, tutte le informazioni e conoscenze necessarie per una autodeterminazione libera, piena e consapevole».
Il diritto alla tutela della dignità della persona anziana
Il primo capitolo della Carta, dedicato alla tutela della dignità delle persone anziane, fissa due importanti principi: «1.1 La persona anziana ha il diritto di determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle scelte di vita e alle decisioni principali che lo riguardano. 1.2 È dovere dei familiari e di quanti interagiscono con la persona anziana fornirgli, in ragione delle sue condizioni fisiche e cognitive, tutte le informazioni e conoscenze necessarie per una autodeterminazione libera, piena e consapevole».
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I diritti ad una assistenza responsabile
Anche il secondo capitolo, nei suoi primi due articoli, disegna diritti e doveri per una assistenza responsabile affermando che «2.1 La persona anziana ha il diritto di concorrere alla definizione dei percorsi di cura, delle tipologie di trattamento e di scegliere le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le istituzioni e gli operatori sanitari e sociosanitari hanno il dovere di prospettare alla persona anziana tutte le opzioni disponibili per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria».
I diritti ad una assistenza responsabile
Anche il secondo capitolo, nei suoi primi due articoli, disegna diritti e doveri per una assistenza responsabile affermando che «2.1 La persona anziana ha il diritto di concorrere alla definizione dei percorsi di cura, delle tipologie di trattamento e di scegliere le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le istituzioni e gli operatori sanitari e sociosanitari hanno il dovere di prospettare alla persona anziana tutte le opzioni disponibili per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria».
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Il diritto ad una vita attiva di relazione
L’incipit della terza sezione è interamente dedicato alla garanzia di una vita di relazione, alla libertà di scelta della forma di convivenza, alla lotta alle discriminazioni ed al sostegno di chi si prende cura degli anziani, affermando che «3.1 La persona anziana ha il diritto di avere una vita di relazione attiva. 3.2 La persona anziana ha diritto di vivere con chi desidera. 3.3 Istituzioni e società hanno il dovere di evitare nei confronti delle persone anziane ogni forma di reclusione, ghettizzazione, isolamento che impedisca loro di interagire liberamente con le persone di tutte le fasce di età presenti nella popolazione. 3.4 È dovere delle istituzioni garantire il sostegno ai nuclei familiari che hanno anziani al proprio interno e che intendono continuare a favorire la vita in convivenza. 3.5 Istituzioni e società hanno il dovere di garantire la continuità affettiva delle persone anziane attraverso visite, contatti e frequentazioni con i propri parenti o con coloro con…
Il diritto ad una vita attiva di relazione
L’incipit della terza sezione è interamente dedicato alla garanzia di una vita di relazione, alla libertà di scelta della forma di convivenza, alla lotta alle discriminazioni ed al sostegno di chi si prende cura degli anziani, affermando che «3.1 La persona anziana ha il diritto di avere una vita di relazione attiva. 3.2 La persona anziana ha diritto di vivere con chi desidera. 3.3 Istituzioni e società hanno il dovere di evitare nei confronti delle persone anziane ogni forma di reclusione, ghettizzazione, isolamento che impedisca loro di interagire liberamente con le persone di tutte le fasce di età presenti nella popolazione. 3.4 È dovere delle istituzioni garantire il sostegno ai nuclei familiari che hanno anziani al proprio interno e che intendono continuare a favorire la vita in convivenza. 3.5 Istituzioni e società hanno il dovere di garantire la continuità affettiva delle persone anziane attraverso visite, contatti e frequentazioni con i propri parenti o con coloro con…
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Conclusioni
Queste tre preoccupazioni hanno trovato grande spazio nella proposta di riforma della Commissione. La base del continuum assistenziale che abbiamo disegnato, infatti, è costituita da servizi di rete e di monitoraggio per i più fragili e i più anziani, i 4 milioni di over 80 che vorremmo vedere tutti coinvolti. Riporto qui uno stralcio del documento di sintesi: «Tali servizi (di rete) consistono essenzialmente in una procedura di valutazione multidimensionale all’anno (avvicinandoci così allo standard europeo di molti paesi virtuosi) che permetta di definire, ove necessario, un piano assistenziale personalizzato, e quindi l’ingresso nel continuum ed anche nel tracciamento digitale. Tre ulteriori elementi caratterizzano questo servizio a bassa intensità ma massima diffusione:
Conclusioni
Queste tre preoccupazioni hanno trovato grande spazio nella proposta di riforma della Commissione. La base del continuum assistenziale che abbiamo disegnato, infatti, è costituita da servizi di rete e di monitoraggio per i più fragili e i più anziani, i 4 milioni di over 80 che vorremmo vedere tutti coinvolti. Riporto qui uno stralcio del documento di sintesi: «Tali servizi (di rete) consistono essenzialmente in una procedura di valutazione multidimensionale all’anno (avvicinandoci così allo standard europeo di molti paesi virtuosi) che permetta di definire, ove necessario, un piano assistenziale personalizzato, e quindi l’ingresso nel continuum ed anche nel tracciamento digitale. Tre ulteriori elementi caratterizzano questo servizio a bassa intensità ma massima diffusione:
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